Villa romana di Santa Filitica

Santa filiticaL’inizio delle indagini archeologiche risale al 1980. Dal 1982 al 1989 si sono susseguite brevi campagne di scavo a cadenza annuale. Il complesso romano-imperiale e costituito da terme, i cui ambienti sono tutti riccamente decorati da mosaici pavimentali policromi sono esposti presso la Mostra archeologica permanente nel Palazzo Baronale di Sorso ora museo Biddas. L’area archeologica di Santa Filitica dopo un breve periodo di decadimento, a causa dell’abbandono da parte dei suoi abitanti, fu interessata da un nuovo insediamento formato da abitazioni in muratura a secco, disposte intorno alla villa romana , utilizzata come luogo di sepoltura. Le ricerche sono riprese nel 1997…

Come arrivare
Si imbocca la SS 200 (Sassari-CastelSardo) sino a Sorso. Da qui si imbocca la SP 130 verso il mare.
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Il contesto ambientale
La località Santa Filitica è nel territorio comunale di Sorso, a pochi metri dal mare, sulla linea di costa tra i fiumi Silis e Pedras de Fogu. Il toponimo della zona, nota come Santa Filitica, fa riferimento alle sante martiri africane Felicita e Perpetua, il cui culto è poco attestato in Sardegna.

Descrizione
Il complesso è costituito da ambienti di una villa romano-imperiale, che rappresenterebbero la prima fase dell’impianto, da un edificio cruciforme riutilizzato come luogo di culto cristiano e da due distinti abitati rustici di età vandalica e bizantina. Nella villa romana gli scavi archeologici hanno, per ora, messo in luce una cisterna ed alcuni ambienti, tra cui un grande vano rettangolare con pavimento decorato a mosaico (datato tra il III ed il IV secolo d.C.), collegato ad ambienti minori e ad una vasca di forma esagonale, probabilmente pertinenti ad un impianto termale. Il rinvenimento di parti di lucerne e ceramiche, che recano impressi simboli cristiani, quali croci e crismon (V-VII secolo), e la trasformazione di alcuni ambienti della villa in luogo di culto testimoniano l’affermazione del cristianesimo. Infatti, ad E del vano mosaicato si trova un piccolo edificio a pianta cruciforme absidata, orientato a S e con ingresso a N, conservato per buona parte dell’elevato, fino ai primi corsi della volta dell’abside. La struttura doveva far parte dell’impianto termale della villa romana, vista la presenza di una vasca con “suspensurae” ed intercapedini parietali per la circolazione dell’aria calda nel braccio E. Non è, tuttavia, ancora chiaro se l’abside ed il braccio N facessero parte dell’impianto originario o siano stati aggiunti successivamente… Ma è rilevante sottolineare che: per il funzionamento delle terme era stato predisposto un articolato sistema idraulico che garantiva approvvigionamento circolazione dell’acqua e lo scarico dopo l’uso! È probabile che, quando l’edificio cessò di funzionare come impianto termale, sia stato trasformato in luogo di culto cristiano, a servizio degli abitanti del piccolo insediamento. L’abbandono dell’edificio è databile tra la fine del VI e gli inizi del VII secolo, quando il piano di calpestio dell’area fu rialzato da sabbie alluvionali. Su questo livello si imposta un nuovo insediamento, costituito da case in muratura a secco, a schiera su quattro lati intorno all’edificio cruciforme, che in questa fase viene utilizzato come luogo di sepoltura. All’ultimo periodo di vita del villaggio bizantino è pertinente una bolla in piombo del papa Nicolò I (858-867), rinvenuta nel braccio N dell’edificio cruciforme, in uno strato appartenente all’ultima fase funeraria del luogo. L’insediamento restò attivo sino alla piena età bizantina, come testimoniano i reperti, che rimandano a relazioni con l’Africa, con l’Oriente e con l’Italia settentrionale. Sono, inoltre, documentate attività artigianali legate ai bisogni della comunità, quali la tessitura, la produzione di ceramiche d’uso comune e di manufatti in osso.

L’accesso al sito è libero. Su prenotazione si può usufruire del servizio di visita guidata con pulmino ai tre siti archeologici di Geridu, Santa Filitica, Serra Niedda, nonché alla Mostra permanente archeologica a Palazzo Baronale. Per informazioni contattare l’Assessorato alla Cultura, tel 079/3055068. Da Maggio a Settembre si può contattare anche lo IAT (Ufficio Informazioni Turistiche): tel. 079/3392258, 3120063; iat@comune.sorso.ss.it

Autore dell’articolo: Antonio Fonsa

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